domenica 15 maggio 2016

Verbale riunione tematica 10 maggio (Anna)

Cari gastoni,

ecco il verbale della riunione di martedì, dove ho indegnamente sostituito il nostro solerte Segretario alle prese con le gioie della paternità.

La riunione è cominciata alle 21 presso i locali gentilmente offerti dalla comunità di San Benedetto.
Presenti: Davide, Stefano, Federico, Hilda, Andrea, Carlo di Ergastolo, Manu, Camilla, Simone, Sergio con un'amica a cui mi sono scordata di chiedere il nome (sorry!), Milena (amica di Francesca) e gli ospiti intervenuti per illustrarci la situazione degli allevatori genovesi: Stefano Chellini di Capenardo e Francesca Macciò, vicepresidente dell'associazione provinciale allevatori e titolare dell' Azienda Agricola "I Piani" a Masone.

Stefano Co. apre la discussione rispondendo alle domande degli ospiti su cosa sia un GAS e Gastone in particolare.

Si entra subito nel vivo con la domanda "che latte bevete?" da parte di Francesca, domanda che mette in luce la diversità di scelte operate dai gastoni: dal latte tigullio, al latte Valli Genovesi, al latte crudo (curiosità: il 20% dei convenuti non beve latte...).

Francesca, che rifornisce quotidianamente il distributore di latte crudo di Masone, risponde alle domande sul funzionamento dei distributori, fornendo spiegazioni estremamente rassicuranti (a mio parere) su freschezza e qualità del prodotto disponibile tutti i giorni per il consumatore. Si sofferma sulla questione "consumare previa bollitura", a suo avviso una vera e propria campagna denigratoria su un prodotto di quaità superiore al latte pastorizzato in commercio e che, se correttamente prodotto, non ha alcun rischio per il consumatore. Alcuni suggerimenti: porre attenzione a non interrmpere la catena del freddo: basta mettere la bottiglia in una busta termica; dopo cinque giorni si può bollire e consumare per qualche altro giorno. 
per chi vuole approfondire la questione segnalo questo ottimo articolo de Le Scienze.

Stefano Ch. illustra la situazione della produzione di latte in Italia ad un anno dalla fine delle quote latte. In pratica l'abolizione delle quote latte ha portato alla sovrapproduzione a livello comunitario e al coseguente crollo del prezzo del latte, con gravissimo danno per i piccoli produttori, che sono costretti a vendere il latte (che devono produrre per forza e che è velocemente deperibile) a prezzi inferiori a quelli di produzione.
Caso a sé la Granarolo, controllata da un consorzio di produttori di latte, che quindi paga il giusto prezzo ai suoi consociati e addirittura, nel 2015, aumenta il prezzo del latte alla stalla in un momento in cui i prezzi medi stavano scndendo del 13% (dati presi sui siti di clal e granarolo).
In Liguria purtroppo non si è riusciti a creare una cooperazione tra gli allevatori e quindi, per Stefano, in questo mercato può sopravvivere solo chi trova altre vie: 
convertire la stalla da latte in stalla da carne; 
convertire la produzione da tradizionale a biologica (vedi caso della cooperativa della Val di Vara, drammaticamente a corto di latte bio per la sua produzione casearia in grande crescita); 
produrre e commercializzare direttamente latte e prodotti caseari (e questo interessa a noi!).
E qui torniamo al distributore di latte crudo, che nel prezzo di 1 euro al litro garantisce un utile all'allevatore a differenza del latte fresco commercializzato al supermercato, il cui prezzo al consumo, tra alti e bassi è salito molto negli ultimi anni. 

Dopo una parentesi sulla produzione casalinga di yogurt (meglio non bollire il latte; meglio partire da uno yogurt piuttosto che dai fermenti comprati in farmacia; meglio bollire il latte crudo, troppo vivo per fare direttamente lo yogurt; non ci sono più i fermenti lattici di una volta), si chiedono a Francesca informazioni sul latte dei distributori di Genova.

Trattasi della Azienda Agricola Giassetto di Masone, una stalla tradizionale in cui le mucche non pascolano Heidi-style ma mangiano solo fieno e mangimi e che produce latte di alta qualità come tutti i produttori che conferiscono ai distributori. Pur lasciando intendere che il suo latte, prodotto da vasche al pascolo tutto l'anno, è nettamente migliore, sottolinea la ricaduta positiva sul territorio della stalla di Giassetto, che manutiene i terreni circostanti (ad esempio zona di Capanne) mietendo il fieno per le sue vacche. 

Intervengono i Gastoni: 
Carlo pone l'attenzione sull'eticità di consumare il latte crudo, pagato un prezzo equo ai produttori (e a km zero, aggiungo io).
Federico addirittura propone di alzare il prezzo del latte dei distributori, molto più basso del latte fresco commerciale pur essendo di qualità migliore. 
Stefano Co. cerca di escogitare un modo per acquistare il latte di Francesca, proponendo soluzioni creative ma ai limiti della legalità, che non convincono i nostri ospiti.
Come Gastoni conveniamo sull'importanza di coinvolgere produttori locali interessati alla commercializzazione diretta dei loro prodotti caseari.
Francesca, che utilizza già il surplus di latte per produrre i suoi formaggi, non ha problemi a vendere quello che eventualmente non utilizzasse direttamente nel suo agriturismo.  Stefano Ch. si offre di facilitare le cose inserendo nei suoi ordini di carne i formaggi di Francesca qualora ne avesse da vendere.
Non si è parlato della possibilità di convincere a produrre formaggio direttamente per Gastone altri produttori di latte locali, più male in arnese e quindi più motivati di Francesca. Cosa ne pensate?

La seduta è stata molto interessante e vivace e spero di non aver tralasciato nulla!

Anna

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